Disturbo Ossessivo Compulsivo

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Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo??

Il disturbo ossessivo compulsivo generalmente è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti (ossessioni). Questi possono attivare ansia/disgusto e “obbligano” la persona ad attuare azioni ripetitive comportamentali e/o mentali per tranquillizzarsi (compulsioni). Può accadere che le ossessioni vengano erroneamente confuse per manie o fissazioni.

Come la denominazione lascia intuire, il disturbo ossessivo compulsivo prevede l’esistenza di sintomi quali ossessioni e compulsioni. Almeno l’80% dei pazienti ossessivi ha ossessioni e compulsioni, meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni. Ha una prevalenza circa del 2-3% nella popolazione, nell’adolescenza vengono più colpiti i maschi mentre nell’età adulta non si notano significative differenze tra i due sessi.

L’esordio avviene mediamente verso i 20 anni ed è spesso improvviso, ma è frequente anche che queste persone giungano dallo specialista qualche anno dopo che il quadro clinico si è manifestato. In un significativo numero di casi (60% circa) la sintomatologia inizia dopo un evento stressante.

Tra le ossessioni più comuni possiamo trovare:
– Quella dell’igiene, cioè l’idea che parti del corpo o alcuni oggetti siano sporchi/contaminati.
– Il dubbio di non aver chiuso una porta, la macchina, il gas o di non aver fatto bene un compito, nonostante i diversi controlli
– La necessità di avere gli oggetti/cose in un preciso ordine, con disagio marcato se vengono spostate o non sono perfettamente allineate
– L’idea di perdere il controllo nel guidare un mezzo, nell’impugnare un’arma e aggredire una persona, ecc…
Pensieri sessuali intrusivi, blasfemi, osceni, ecc…

Le compulsioni più comuni sono:
Comportamenti: mettere in ordine, controllare oggetti, lavarsi le mani, ecc…
Pensieri: contare, ripetere parole, formule, pregare, visualizzare persone o cose specifiche, ecc…

Metodo di cura

  • Prima seduta: è un incontro conoscitivo in cui vengono raccolte le informazioni del paziente (anamnesi) per comprendere l’origine del problema e identificare la terapia più adeguata.
  • Seconda seduta: generalmente si procede con il colloquio clinico approfondendo alcuni aspetti, rafforzando la conoscenza e la fiducia tra paziente e terapeuta.
  • Sedute successive: inizio della terapia vera e propria specifica e costruita sul paziente. Durante le sedute successive si inizierà il lavoro vero e proprio di ristrutturazione dei processi patologici che generano i disturbi. La terapia può comprendere: metodiche cognitivo-comportamentali, rilassamento/training autogeno, ipnosi e mindfulness. La durata della terapia dipende dalle risorse e dalle problematiche del paziente, essendo una terapia breve la durata è generalmente compresa tra le 10 sedute e i 2 anni.

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